Chi studia il Medioevo sa di dover affrontare una materia composita che non può essere riassunta facilmente. La prima cosa da sottolineare è che non esiste un Medioevo unico: 1000 anni di storia con personaggi straordinari, eventi cruciali per la storia europea e mondiale, stravolgimenti demografici ed economici, sono inevitabilmente momenti diversi, seppur legati, che vanno approcciati singolarmente.
E allora è vero che c’è stato un periodo medievale arretrato e buio, contadino e superstizioso, quello corrispondente alla fase successiva alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, ma c’è stato anche un Medioevo brillante, vivace, aperto e positivo, politico e borghese, frenetico e arrivista, a partire dall’anno 1000.
L’Europa e il Medioevo
In termini storici, per noi contemporanei il Medioevo è in un certo senso ieri: ciò significa non solo una vicinanza temporale, ma anche una forte eredità sulla nostra cultura. E infatti, sebbene sia complessa la natura di questa epoca oggi studiatissima, molte delle nostre abitudini e dei nostri modi di pensare sono figli dell’epoca medievale, nonostante persista in noi l’idea di un periodo arretrato e irrazionale, povero e decadente.
Pensiamo al concetto di Europa, che durante la fase di dominazione romana era sconosciuto: è nel Medioevo che si inizia a parlare di continente europeo come un unicum, anche a causa della caduta di Roma che sposta il baricentro culturale dal Mediterraneo verso il nord.
L’uomo medievale
La mentalità dell’uomo medievale era incentrata su una visione dualistica del mondo, da un lato Dio, dall’altro il Diavolo, annidato in ogni angolo della quotidianità. L’aspetto religioso era dunque preponderante e la fede nei miracoli fortissima. Tuttavia, non dobbiamo pensare a una vita di santi in terra: vi era anche una sofisticata concezione dell’universo, inteso come un sistema di sfere concentriche che avevano per centro la terra, sovrastata dalle costellazioni zodiacali. E no, non pensavano affatto che la terra fosse piatta, del resto la chiamavano globo!